Mi sento chiamato in causa, soprattutto affettivamente perchè quando ho venduto il 503 ho dato via un pezzettino di cuore.
Mi sento di fare una suddivisione nella categoria supermotard:
1) Ci sono i motard più stradali (anche tra questi esistono dei modelli più cattivi di altri). Posso azzardare una personale classifica in ordine di gradimento: I KTM della serie LC4, gli Husky 610, gli ottimi Suzukini 400, che con un pò di tuning vanno forte anche loro..per poi finire con quelle operazioni di marketing tipo Honda fmx, Pegaso Strada, Yamaha xtx, che nulla hanno a che spartire con un motard.
2) Ci sono i motard che molti chiamano Racing (per me sono motard e basta, perchè gli altri non lo sono!), che derivano strettamente dalle cugine Enduro Professionali o addirittura dalle versioni cross (con dei limiti nelle rapportature e nell'omologazione). Le ormai quasi defunte VOR (grandissimi mezzi!!), le Honda CRF, le KTM 525 e 450, Yamaha WR, le Husky 450 e (al limite) il 510 e tante altre, sono moto nate per le competizioni ed omologate a forza per permettere i piccoli trasferimenti strali nell'enduro e qualche uscitina in motard. La manutenzione è molto tecnica e frequente; si parla di ore motore e non di chilometri. Come suona un cambio olio ogni 8 ore, un pistone ogni 30/40 ore, tutto l'imbiellaggio una volta a stagione? Un massacro!
Montare delle ruote da 17 in una moto nata per le 21/18 significa snaturare il suo equilibrio. Ecco che le motard o non girano, o cadono dentro la curva alla velocità della luce. Il modo più facile per guidarle è centralizzare le masse, quindi restare piuttosto dritti ed inclinare la moto con il controsterzo (sul manubrio), contrastando la voglia di cadere con una pressione sulla pedana esterna. Ricordo Mattia che parlava del Gixxer e che diceva di aver scoperto un nuovo mondo quando ha sentito il giusto feeling e ha compreso il modo di guidarla sul serio (belle emozioni, non vorresti più scendere)
Quando si entra in sintonia col motard fai la stessa scoperta e da strano diventa terribilmente veloce e divertente; tutto il resto diventa superfluo e non ci sono altre moto: sono semplicemete lente. Non parlo di velocità, ovviamente, ma di reazioni fulminee, ottenute con le belle leve che la moto ti offre, con il suo peso poco superiore ai 100kg, all'esplosione di un mono da 60 cv, senza massa volanica (la mia aveva un albero piccolissimo, non aveva la pompa dell'olio e l'impianto elettrico era quello del Ciao) che allunga a quasi 10000 giri e che fa il rumore del tuono (quello si Rally

). Pensare di derapare stando seduti sulla moto è da folli, mentre pelare il posteriore e scalare 2 rapporti con la frizione pizzicata (è un classico il callo sull'anulare della mano sinistra se si ha un motard) mentre si inclina la moto ruotando il manubrio nel senso opposto e scaricando il peso sulla pedana esterna, restando centrali col corpo, te lo fa fare dopo un pò che si va in pista (in strada sconsiglio perchè rischi più della moto "normale" e cadi dall'alto, di solito). La gamba in avanti non è un obbligo e nelle curve a sinistra ti serve sulla leva del cambio. E' un retaggio di chi viene dal "tassello" e da la zampata sul terreno per aiutarsi ad uscire. L'abitudine da sicurezza. In strada ci rovini solo le scarpe (ammesso che non si siano bucate per accendere la moto). Gli stivali sono un obbligo!
Mi piacerebbe raccontare altro, ma sono già troppo lungo. Alla prossima!