Reportega dal vostro inviato
Il vostro affezionatissimo, nelle giornate di sabato e domenica, si è sacrificato per voi al fine di raccontarvi per filo e per segno cosa si prova a vivere una due giorni al Mugello. Sintetizzando: è un delirio! Ma andiamo per ordine.
Le prove.
Arrivo su il sabato, per godermi anche le prove. Già al casello di Barberino si inizia a respirare l’atmosfera di evento dell’anno. Dall’autostrada spuntano moto di ogni marca, colore, potenza, età e con targhe di molti paesi europei che mi fanno rimpiangere l’hornella lasciata in garage (avrei sicuramente fatto la mia figura). Parcheggiata l’auto e fatto un bel tratto a piedi, entro nel tempio. Il colpo d’occhio è incredibile: casino, casino, casino. Tende e camper accatastati, musica a tutto volume, motori portati a sbiellare, penne di scooter, di minimoto, di enduro, di stradali, di qualsiasi cosa... Praticamente un grandioso campo rom, con annessi e connessi. Poi iniziano a girare loro, le moto, a partire dalla mitica 125. Favoloso! Le piccoline fanno una velocità impressionante nonostante i piloti sembrino a proprio agio, ma è solo una sensazione perché vedo anche la mia prima caduta dal vivo. Il rumore dello schianto stupisce, come la reazione del pilota che si rialza tipo “io parcheggio sempre così”. E’ la volta della 250: 100kg per 100 cv, praticamente dei missili! Le evoluzioni che fanno su quelle selle non credi possano avvenire nella realtà... eppure ad ogni giro son sempre lì e riescano a stare in piedi o meglio in piega, in barba alle leggi fisiche. Stop alla ¼ di litro e via alla MotoGp. Impressionante! In tutto: rumore terrificante, accellerazione stratosferica, frenata, potenza... L’apoteosi della velocità.
Gli italiani, nelle varie classi, si danno un gran da fare ed ottengono ottimi risultati, facendo godere il pubblico italico, ma non solo. La prima giornata è andata. Appuntamento alla gara.
La gara.
Dopo una notte passata a dormire in macchina con il sacco a pelo (ma non ero il solo, anzi. Una station wagon di fronte a me ospitava 5 persone) mi sveglio fresco come una rosa appassita e pestata, mi sgranchisco tutto e mi avvio verso l’autodromo, dopo aver bevuto un ottimo caffè in uno dei milioni di banchettini presenti. Rientro nel tempio ed il casino è aumentato esponenzialmente.
I bagordi della notte si vedono e si sentono. L’aria è pervasa da essenze di sandalo (sudato), di acqua di culonia, di arrosti di capre marce, di mutande muffite, benzina bruciata, pistoni fusi, erba fumata, tutto in un mistone tangibile che faticosamente si riesce a respirare. Le fossette sono piene di gente cotta a puntino che non si destano nemmeno con i sacrifici motoristici a pochi metri di distanza. I ragazzi sono sempre più su di giri e le ragazze sempre più svestite. Una bolgia infernale. Che Dante si sia stato uno spettatore del primo GP del Mugello? Via al warm up e poi le gare.
Inizia la rumba con la 125. Gara mozzafiato! Uno spettacolo che appassiona anche il più sgamato dei motociclisti. I giri si susseguono, ma il gruppetto di incarogniti piloti rimane compatto fino all’ultimo metro, con grande manovra di Corsi, giro al cardiopalma e delirio per gli italiani. Bellissimo. E’ una gara vera, col polso sempre a 90°, sempre al limite, gomito a gomito. Eppure molti spettatori la snobbano.
E’ l’ora della 250. Si ripete il grande spettacolo della classe piccola. Simoncelli lotta come un leone ed alla fine ha la meglio. Nel mezzo succede un po’ di tutto, con gran volo di Barbera fortunatamente senza conseguenze. Giro di pista a raccogliere gli applausi e via. La tensione e l’attesa per la moto GP aumenta. Il circuito si sta riempiendo. Evidentemetne anche la 250 interessa il giusto.
Giro di ricognizione, motori a mille, adrenalina da paura, la MotoGp sta per iniziare. Rossi è l’idolo un po’ per tutti, italiani e stranieri. Lo sa e fa di tutto per dare spago al pubblico. Nei due giorni si voltava sempre verso la sua curva a salutare ed inciatare il tifo. In molti hanno addosso maglie, canottiere, cappelini che inneggiano al Dottore. Gente che forse della moto sa solo il numero delle ruote... ma tant’è. La gara è emozionantissima per i primi 4 giri, soprattutto per i sorpassi di Rossi e per le sue staccate in fondo al rettilineo, ad occhio nudo veramente impressionanti.
La gara va, in un tripudio di motori a mille, di moto inguidabili (solo Stoner sa come si può domare una belva scatenata come la sua...) di gente in delirio per il numero 46. Ma non solo... Molti si disinteressano della gara e continuano a sacrificare motori di ogni risma e dimensione oppure si divertono a girare come pazzi nelle stradine laterali al circuito. Ognuno è libero di divertirsi (male) come gli pare. Siamo all’ultimo giro, una formalità. Grande vittoria, di forza, di potenza, di carisma e Rossi porta a casa la terza vittoria consecutiva nel campionato.
Solita invasione di pista, solite follie, solito ingorgo ad andare via... Il Mugello 2008 è finito.
Considerazioni personali.
Esperienza da fare assolutamente, ma non da ripetere. Intendiamoci, mi sono divertito tantissimo e sono ancora arrapato, ma il GP del Mugello, più che essere un evento motociclisto per gli appassionati è un evento mondano, una scusa per trovarsi in un posto per fare un rave. L’organizzazione lo sa e punta tutto sul marketing, niente sulla sostanza. Nessun evento di contorno, nessuno spazio per avvicinarsi alla vita di un team corse, nessun modo di vedere i protagonisti e nemmeno degli stand seri di presentazione delle case motociclistiche. Niente, niente e niente. Solo maledetti cappellini, bandierine, magliettine, adesivini, ecc. ecc. I piloti e le moto, anche se fisicamente a pochi metri di distanza dalle recinzioni, si trovano “passionalmente” in un altro universo, purtroppo irraggiungibile.
Viva noi che riusciamo ancora a godere di una semplice applicazione di un adesivo sul cupolino!