Lo stile di guida del Campione
Thursday, 23 July 2009 15:31
Dr.Manetta
Nel cuore, c’è ancora lui
Negli anni di dominio di Rossi e nella stagione dei mondiali MotoGp ed SBK fatta di duelli all’ultimo giro tra i vari piloti ufficiali, a fare breccia nel cuore degli appassionati di motociclismo di TerreMotor è ancora lui: Troy Bayliss! Il risulato del sondaggio relativo al più bello stile di guida dei piloti di SBK e MotoGp, in attività e del recentissimo passato, è incontrovertibile. Con bel il 45% delle preferenze, il campione australiano della Ducati si aggiudica anche l’alloro di questa interessante classifica, battendo, anzi umiliando, gli altri blasonatissimi nomi del motociclismo moderno.
A riprova di quanto detto, il secondo piazzato si chiama Valentino Rossi e raccoglie solo il 18% delle preferenze, lontanissimo dal valore accumulato da Bayliss. Il campione di Tavullia può però consolarsi, in fatto di gradimento, con l’onore di essere il primo in classifica tra i piloti della MotoGp. I più vicini rivali sono infatti il compagno si squadra Lorenzo ed il rivale degli ultimi anni Casey Stoner, a parimerito in quanto a voti raccolti, ma molto lontani dal Dottore. Con loro, ecco apparire un rappresentante in piena attività del campionato riservato alle derivate di serie, cioè il volto nuovo della SBK, Ben Spies. “Texas Terror”, con la sua particolarissima ed inconfondibile tecnica di guida, è riuscito a vincere il confronto di stile con i piloti che da più anni calcano le scene del mondiale Super Bike, facendosi sberleffo dei più conosciuti Haga, Biaggi, Fabrizio, Corser e via tutti gli altri.
L’affetto per la figura dell’eroe sportivo australiano che negli anni scorsi ha infiammato la passione dei motociclisti di tutto il mondo risulta perciò ancora molto forte e radicato, tanto da oscurare, almeno nelle fantasie degli appassionati, le stelle che oggi si danno battaglia sulle piste della MotoGp e della Superbike. Ciò sembrerebbe indicare che, almeno in questo particolare tipo di sport, l’ammirazione per l’uomo spesso superi l’entusiasmo per il vincente sportivo. Una delle cose belle del motociclismo.
Vita da Motociclista
Thursday, 30 July 2009 16:34
Dr.Manetta
La bevanda del Centauro è il Chinotto!
Quando in estate la tuta in pelle cuoce le prestanti membra del motociclista domenicale e la magica arsura moltiplica per cento il grip delle gomme e per mille la temperatura corporea, il centauro italico ha un solo obiettivo nella testa: riuscire a varcare vivo la soglia del primo bar! Le rare volte che tale missione riesce, la bocca dello sciagurato motociclista sibila una flebile preghiera verso il barista di turno: “Per favore, mi farebbe la gentilezza di versarmi un bicchiere di Chinotto fresco, magari con tre cubetti di ghiaccio ed una scorzettina di limone”. Per poi svenire comodamente sulla seggiola più vicina. Ebbene si, la maggior parte degli utenti di TerreMotor ha eletto il Chinotto bibita per eccellenza del motociclista.
Dopo le vittorie di Ducati in MotoGp ed SBK e le grandi performance di Aprilia all’anno di debutto nel campionato, tutti eventi che hanno minato le certezze di supremazia nipponica in fatto di sportività a due ruote, anche i colossi americani delle bibite inizieranno a vacillare alla notizia che un prodotto italico sta scalando i gradimenti dei consumatori. Al motto di “l’altro modo di guidare scuro”, vedremo riempirsi le strade di motociclisti intutati di nero, con grandi numeri OTTO dipinti su carene anch’esse nere e magari anche numerose stelle rosse distribuite nelle livree, per coloro che si fregeranno dello sponsor. Sarà una vera rivoluzione. Addio bibite dolciastre e stucchevoli. Addio babbi natali rossi, striati di bianco, che vorrebbero cantare insieme a noi in magica armonia. Addio sconfitte alla sete per ripartire di slancio. Addio thé variopinti ai sapori improbabili, dati in cambio di foto da piccoli. A voi toccherà l’oblio!
Forse è solo un semplice delirio dovuto al caldo ed alla mancanza di liquindi. Meglio andare a bere. Un Chinotto.
La fabbrica dei Sogni
Wednesday, 01 July 2009 07:23
Dr.Manetta
Una visita alla Ducati
Aiutato dal burlesco spirito giornalistico che ormai mi pervade e da un appuntamento lavorativo in loco, ho avuto la possibilità di visitare uno dei fiori all’occhiello dell’industria italiana: la Ducati di Borgo Panigale. Varcare la soglia della catena di montaggio di una famosissima casa motociclistica, trovandosi circondato dai laboriosi operai in maglietta rossa, è stato un po’ come entrare dentro alla fabbrica dei sogni. Il primo impatto è stato proprio questo qui, seguito dallo stupore nell’osservare la pulizia ed il silenzio con cui vengono svolte tutte le fasi di assemblaggio dei mezzi, oggetto dei desideri di molte migliaia di motociclisti sparsi in tutto il mondo.
La fabbrica conta circa un migliaio di dipendenti, divisi in dirigenti, impiegati, operai, tester e naturalmente coloro che sfuggono agli sguardi indiscreti, cioè i membri del reparto corse. Cosa venga fatto all’interno dell’area “off limits” è sconosciuto anche agli stessi lavoratori Ducati. Giornalmente vengono prodotte circa 200 moto e tutte già ordinate da privati o concessionari sparsi nel globo. Pertanto, a Borgo Panigale, non fanno assolutamente magazzino se non di quei mezzi che ritornano con qualche grave difetto (la percentuale di ritorni non è dato sapere) e che sono in attesa di essere disassemblati. I reparti si susseguono uno dietro l’altro, identificati da un cartellone con il marchio della casa in bella mostra e la specifica competenza immediatamente sotto. Tutta la componentistica proviene da ditte esterne (ed al top, come Marchesini, Showa, Brembo, KTM) ed in loco si limitano alla sola rifinitura ed all’assemblaggio, partendo dal motore per finire alla carenatura, passando dalla ciclistica. L’osservazione delle varie fasi è molto interessante e da l’idea della forte componente artigianale ancora conservata da questa casa. Essendo l’unico stabilimento esistente, si trovano in fase di assemblaggio tutte le tipologie di modelli presenti a listino ed anche alcuni modelli ormai non più ufficialmente in fabbricazione (vedi 1098 o Desmosedici RR) perché magari richiesti con particolari configurazioni o caratteristiche tecniche (o forse perché - in confidenza - risulterebbero mezzi ritornati con qualche difetto). Il Monster la fa indubbiamente da padrone in quanto a numeri, ma ci sono anche moltissime GT in fase di ultimazione, modello che va per la maggiore nei mercati traino di oltre oceano. Infatti il maggior fatturato della casa di Borgo Panigale proviene daglli Stati Uniti, dall’Australia e dal Giappone... Curiosa coincidenza con le nazionalità dei quattro piloti ufficiali MotoGp ed SBK (includendo il paese di origine della casa).
La cura dei particolari sembra veramente maniacale, come il trattamento dei mezzi in uscita dalla catena: vengono testati uno ad uno e non semplicemnte facendo delle prove a campione come nelle grandi case nipponiche: prima il motore da solo e poi il bolide finito. Inoltre, come se non bastasse, il motore nasce con una particolare carta di identità sulla quale sono stati segnati anche i dati di colui che lo ha completamente assemblato. In caso di errori, il responsabile viene immediatamente “crocifisso in sala mensa”. Pertanto, teoricamente, ogni mezzo che esce dalla Ducati dovrebbe essere perfettamente funzionate e ben rodato. Purtroppo, come anticipato, alcuni modelli rientrano per difetti riscontrati dall’acquirente al momento della percorrenza dei primi km ed in tal caso, in presenza di problemi gravi, vegono sostituiti. La sensazione di trovarsi in un luogo di lavoro dove il senso di appartenenza è molto forte è quasi tangibile. Già all’arrivo campeggia un immenso cartellone con su scritto “Grazie Troy” e la sua foto in piega. Anche le macchinete per il caffè o le bibite hanno stampigliato il logo Ducati con tanto di foto di piloti in piega o in candela. Si ha la certezza che si cerchi di fomentare questo sentimento quando, a sinistra dell’ingresso principale, si trova il parcheggio riservato alle moto dei dipendenti che “devono essere esclusivamente Ducati”. Chi possiede scooter o banali moto nipponiche, può lasciare comodamente il mezzo a due ruote fuori dalla recinzione, per strada, nella via principale ed al pubblico ludibrio. Inutile dire che si trovano parcheggiati praticamente tutti i modelli, anche in versioni particolari, uno di fianco a l’altro e tutti tenuti maniacalmente (tanto da sembrare un esposizione di concessionario piuttosto che il parcheggio dei dipendenti). Chi lavora in Ducati ha diritto ad un 30% di sconto sull’acquisto del nuovo e sembra che la maggior parte di loro non si lasci sfuggire questa occasione. Infatti è palese che molti percepiscano lo stipendio solamente per girarlo nuovamente al proprio datore di lavoro, visto che non si contano le Streetfighter o le 1198 - ferri da oltre 15.000 euro - parcheggiati in bella mostra. La passione non ha prezzo!
Sempre all’interno della fabbrica, si trova l’interessantissimo Museo Ducati, dove sono esposte le leggendarie moto che hanno fatto la storia della casa e del motociclismo sportivo. All’ingresso della hole si trovano subito quatro mezzi che stanno facendo la gioia degli appassionati ducatisti e cioè: Hypermotard, Desmosedici RR, 1198 e Multistrada. Sulla destra si trova il negozietto del merchandising del marchio che (un sentito consiglio) conviene tatticamente ignorare per gli stratosferici prezzi. Lasciandosi alle spalle la hole e varcando la porta a vetri, inizia l’esposizione vera e propria e la sensazione di entrare in un tempio, anche se pagano, è molto forte.
A partire dal “Cucciolo”, un kit per montare un motore sulla propria bicicletta, si passa in rassegna tutti i modelli di moto sportive costruite dalla casa di Borgo Panigale, fino ad arrivare alla splendida 1098 di Bayliss. Fa impressione vedere, in pochi metri, l’evoluzione di decenni di progettazione e realizzazione di questa fabbrica italiana. Affascina il “Siluro”, una moto di 100cc. degli anni ’50, nata per battere i record di velocità della classe 250, che stabilì il primato con una velocità media sul giro di ben 170 km/h. Emoziona la mitica 250 di Sir. Mike “the Bike” Hailwood, nel classico colore grigio con il numero 24 in carena. Sempre grigia ed altrettanto affascinante è la favolosa 750 Imola di Paul Smart, con il caratteristico numero 16 stampigliato frontalmente e lateralmente. Tutte moto che nel museo meritano uno spazio esclusivo dedicato a loro, proprio perché più di altre hanno contribuito alla creazione del mito.
Lungo il muro della sala principale dalla forma circolare, si alternano mezzi che hanno combattuto sull’asfalto delle piste ai comandi di celebri eroi di questo sport, che avvicinandosi ai nostri giorni portano il nome di Raymond Roche, Doug Polen, “King” Carl Fogarty, Troy Corser, John Kocinski, Troy Bayliss e naturalmente Loris Capirossi e Casey Stoner. Alle Desmosedici dei due piloti di MotoGp è dedicata una stanza intera, dove le moto si trovano affiancate come fossero in una prima fila di gran premio e sono protese con i lucidissimi musetti verso l’immensa bacheca di vetro nella quale fanno bella mostra tutti i trofei conquistati dalla italianissima Ducati.
Rimane poco da aggiungre se non che un appassionato di motori e particolarmente di moto, non può lasciarsi sfuggire l’occasione del pellegrinaggio a Borgo Panigale, per godere della vista di tali gioielli di meccanica ormai assurti a monumenti di quella passione che brucia dentro a molti di noi. Però attenti: potreste uscire con una voglia incontrollabile di abbandonare il vostro comodo e meno costoso quattro cilindri giapponese.
Il vero rivale di Rossi?
Tuesday, 23 June 2009 17:09
Dr.Manetta
Il vero rivale di Rossi?
Casey Stoner
Il ducatista australiano viene accreditato dalla community di TerreMotor come il più pericoloso concorrente del Dr. Rossi per il Campionato del Mondo 2009. Ben il 63% dei partecipanti al sondaggio ha votato proprio Stoner come il vero antagonista di Valentino alla vittoria finale del campionato in corso, riconoscendolo come il vero “osso duro” per il pluricampione italiano. La sua grinta, l’innata capacità di domare la belva desmodromica e la maturata esperienza in questi anni di MotoGp, sono un ottimo curriculum per gli appassionati di gare motociclistiche che frequentano il forum, sempre più convinti di ritrovare a fine anno una dura lotta a suon di staccate tra questi due. La vittoria al Mugello, un circuito da sempre considerato dominio di Rossi, non ha fatto altro che aumentare le credenziali del biondo pilota australiano, che si ritrova in testa alla classifica a pari punti con il campione pesarese.
In vetta al campionato troviamo anche uno scatenato Jorge Lorenzo, che si conferma essere un grande pilota ed ottimo interprete nella guida della 4 cilindri giapponese M1, al pari del proprio scomodo compagno di squadra. Trovando finalmente quella continuità di risultati che fino ad ora non era riuscito ad avere, il suo tabellino punti mostra il solito valore dei due piloti che negli ultimi due anni si sono seduti alternativamente sulla vetta del mondo. Il suo compito però non sarà assolutamente facile ed in molti credono che potrebbero ripresentarsi quei cali di concentrazione che lo scorso anno gli causarono numerose scivolate, compromettendone la classifica finale. Dalla community ottiene così poco meno del 16% dei voti, trovandosi molto lontano da Stoner in fatto di preferenze.
Al terzo posto della classifica di coloro che potrebbero contendere a Rossi il titolo non troviamo un pilota ufficiale, ma bensì qualcuno che non ti aspetti. Infatti quasi il 9% dei votanti ha segnalato un outsider come il possibile rivale del Dottore per la vittoria finale, sperando magari nella rinascita di un pilota come “Macho” Melandri con la sua Kawasaky in veste Hayate oppure sognando il veterano Edwards nuovamente competitivo con la sua M1 clienti. Evidentemente (e fortunatamente) il motociclismo moderno permette ancora di sognare qualche epica impresa. Il resto dei piloti ufficiali viene relegato a fondo classifica e racimola pochissimi voti. Un 11% da dividersi più o meno equamente tra: lo sfortunato Pedrosa, vittima di numerose cadute ed infortuni; il compagno di casa Honda Andrea Dovizioso, esordiente nel team ufficiale; il coriaceo Capirossi, alle prese con un mezzo indubbiamente perfettibile; ed infine Hayden, il primo ad avere interrotto il dominio di Rossi, ma ormai caduto nella rete delle posizioni di rincalzo.
Comunque la pensiate in fatto di piloti più forti, un mondiale che presenta ben tre interpreti a pari punti dopo numerose gare, non può che essere visto come un pormettentissimo prologo di quanto accadrà nel proseguio di questo campionato, equilibrato e combattuto come raramente è accaduto nel passato. Una speranza accumuna sicuramente qualsiasi appassionato: chiunque si confermerà essere il miglior antagonista di Valentino Rossi, che ci faccia divertire!
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