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Auguri!

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Un nuovo campione in tricolore!

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Anche il 2019 ha visto incoronare un pilota italiano Campione del Mondo ed in questo caso per la prima volta in assoluto nella categoria Moto3. Tantissimi complimenti a Lorenzo Dalla Porta, conquistatore dell'iride con due gare di anticipo. Nel momento del campionato in cui contava guadagnare punti, Lorenzo ha messo in fila due vittorie consecutive che hanno sbaragliato la concorrenza, dimostrando grande padronanza del mezzo ed il carattere da vincente.

Ancora complimenti a lui, al team ed a tutti coloro che lo hanno aiutato in questa grande impresa che ha portato nuovamente lo sport italiano in vetta al mondo

 

Marquez, palla otto in buca d'angolo!

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Dopo la celebrazione di Jonathan Rea, campione indiscusso della Superbike, eccoci alla celebrazione di un indiscusso ed indiscutibile Campione assoluto del Motorport mondiale, Marq Marquez, il dominatore incontrastato della MotoGP dell'era moderna, capace di inanellare una serie di vittorie impressionante, sia nel numero che nelle modalità di conquista. Il pilota spagnolo non solo è dotato di uno straordinario talento nel controllo della moto, ma riesce ad andare oltre le leggi della fisica, cadendo in modo controllato, curvando a velocità supersonica con il gomito piantato sull'asfalto, frenando in spazi millimetrici, non concedendo mai nulla agli avversari. Un vero cannibale della MotoGP.

Se la SBK ha trovato il suo imperatore, la MotoGP ha sicuramente un assoluto dittatore.

Complimenti Marq!

 

Jonathan Rea Campione per la quinta volta!

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La Superbike ha trovato il proprio imperatore. Jonathan Rea vince il suo quinto titolo consecutivo in Superbike. Nessuno fino ad ora è mai stato bravo come lui, e si che di piloti leggendari questa categoria ne ha visti molti. Un dominio assoluto che quest'anno sembrava stesse scricchiolando con l'arrivo di Bautista, capace di mettere insieme una serie di vittorie impressionanti che avrebbero demoralizzato chiunque. Invece il nordirlandese non ha perso la sua concentrazione e sfruttando i vari zeri rimediati dallo spagnolo lo ha prima raggiunto e poi superato di slancio in classifica vincendo il mondiale addirittura con due gare di anticipo.

Complimenti a Jonathan ed alla sua Kawasaki. Un binomio vincente come la Superbike non aveva mai visto.

 

 

Yamaha Niken! Tutta la verità, nient'altro che la verità, lo giuro

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Un Sabato come un altro, complice il tagliando della mia amatissima moto, ho avuto occasione di provare una delle novità più "particolari" del mondo a due ruote. Infatti è talmente particolare che di ruote ne ha addirittura una in più, per un totale di tre. E non è un Ape Piaggio... Cosa sarà stato mai? Quale marchingegno si sarà fatto cavalcare?

Proprio lui, lo Yamaha Niken!

Intanto già sul nome si apre una discussione tre le persone presenti in concessionario: si dice "nichen", "naichìn" o "nàichen"? Chi dice l'uno, chi dice l'altro... poi arriva il classico livornese con camicia aperta a catenone d'oro al collo sul suo bel T-Max con Akrapovic stappato che fa "bada lì com'è brutto vello strano aggeggio". E così viene deciso che si chiamerà simpaticamente "aggeggio".

Salendo in sella all'aggeggio dopo la propria moto, la sensazione che si prova è simile a quella che si proverebbe passando da un coupè ad un furgone: di fronte agli occhi si estende una enorme plancia che da l'idea di qualcosa di piuttosto ingombrante, stile mega scooter da una decina di tonnellate di stazza, ma al contempo la seduta in sella tipica delle moto ti dice che sei su qualcosa di più scattante. E questa dicotomia di sensazioni ti manda il cervello in pappa facendoti uscire il sangue dal naso. Poi ci si riprende dallo smarrimento, si procede all'accensione del motore, si ingrana la prima e via.

Con le raccomandazioni del meccanico del concessionario che mi ronzavano in testa (occhio, all'inzio può prenderti alla sprovvista il modo in cui chiude le curve) affronto la prima rotonda con mooOoolta cautela. Entro dentro, giro lo sterzo do gas e vedo che... curva! Ma curva davvero! E curva alla grande. Quindi mi getto sulla rampa per salire sulla quattro corsie e apro senza remore, con l'aggeggio che schizza in avanti con grinta e con l'anteriore che sembra piantato a terra.

Mi faccio il mio trasferimento fino a fuori Livorno per trovare le curve e noto che sul cruscotto c'è stampato un 95 che mi fa dire "sono sotto i 100 km/h e c'è questo fruscio aerodinamico e il motore risponde un po' addormentato, strano". Esco dalla tangenziale, imbocco la stradina dove troverò finalmente le curve ed al primo rettilineo riapro il gas portandomi ad 88 di cruscotto. Certo. Ottantotto miglia orarie!!!

Ecco spiegato tutto. Qualcuno aveva settato i comandi sulle miglia (che burloni). E prima di fare un Ritorno al Futuro (in galera e senza patente), abbandono le 88 miglia orarie per velocità più consone al luogo, ritrovando un ottimo comfort di marcia ed il motore bello pronto. E faccio anche bene perché due curve dopo trovo ad attendermi i Carabinieri che mi fermano. Gli spiego che sto effettuando un test drive, mi controllano patente e libretto e poi mi intrattengono per chiedermi notizie sul mezzo, perché scopro che uno dei due è un motociclsita ed era molto curioso di vedere e capire l'aggeggio in questione. Segno che il Niken, anche tra gli appassionati di moto, ha suscitato più di una curiosità.

Dopo il controllo finalmente riparto e mi concentro sull'aggeggio e sul suo funzionamento dinamico. Il motore è l'ottimo tre cilindri Yamaha che si comporta alla grande, ma lo stupore maggiore deriva dal come sta su strada ed affronta le curve. Su quelle veloci è impressionante perché sembra che abbia un anteriore da appoggio infinito. Sulle strette, come i tornantini, se si resetta il cervello, si abbandona l'idea di essere su un tre ruote, ci si dimentica che davanti agli occhi c'è un metro di ingombro e si fa finta che il Niken sia una moto agile, ebbene, il Niken si rivela essere agilissimo. Chiude le curve molto bene e ci si può divertire ad anticipare l'apertura del gas per farlo derapare (almeno con le gomme di primo equipaggiamento e sull'asfalto non proprio nuovo). Tra l'altro la confidenza sale curva dopo curva e non è difficile arrivare a strusciare le pedane sull'asfalto con naturalezza, anche se le gomme non sono tra quelle più performanti sul mercato. Insomma, ho goduto veramente per tutti i quaranta minuti abbondanti del test pensando alla follia degli ingegneri giapponesi nel creare questo mostro a tra ruote divora asfalto.

Conclusioni.


E' una moto? No. Però è anche una moto. E' divertente? Si, parecchio. Lo consiglieresti? Bhe... Perché no?! Se qualcuno cerca una cosa diffente dal solito scooterone oversize o anche dal tipico giesse (esiste una versione touring ben equipaggiata) il Niken è un mezzo indubbiamente fuori dal coro, performante, ma anche comodo e più sicuro di un mezzo a due ruote, sia in frenata che in tenuta di strada. Tra l'altro l'effetto specchio sulle vetrine è notevole ed in molti si girano osservando con profondo interesse. Quindi se si ama farsi notare Il Niken è validissimo. Se dovessi consigliarlo a qualcuno, lo consiglierei a coloro che cercano uno scooter, ma con qualcosa di innovativo e che oltre a girarci per il commuting urbano non vogliono privarsi della gita sui passi appenninici con tanto di tuta e saponette da consumare sull'asfalto.

Lo comprerei? Devo essere proprio sincero??? Si, alla fine credo che lo comprerei. Sugli asfalti merdosi delle mie zone (ma anche di molta Italia) le due ruote anteriori offrono maggiori garanzie di aderenza e frenata. Inoltre l'ho trovato piuttosto comodo e pronto per effettuare viaggi lunghi ed impegnativi.

Ringraziando il concessionario Matt Moto di Livorno per la gentilezza e la possibilità di effettuare la prova voglio fare anche i complimenti a Yamaha. E' stato coraggioso mettere in vendita un aggeggio così. Spero abbia il successo che merita.

Ogni mia remora iniziale sul tre ruote è sparita. E' già un risultato.

 


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